L'ascolto della forma

Studio di Sara Montani, Via Noto 15, 20141 Milano

26-27 / 5 / 2017

a cura di: MILANO CONNECTING STUDIO

“Con uno spicchio di mela, a quattro anni, mi sono affacciata al mondo dell’arte facendo un ghirigoro, bellissimo e profumato, su tutto il perimetro dei muri della casa nuova, mentre i miei genitori erano intenti al trasloco. [...] Dalla curiosità e dall’interesse dello sperimentare è nata la passione. È nata dal fare, dal piacere di vedere prendere forma, dalle mie idee e dal mio lavoro, con un pensiero progettuale, qualcosa che prima non c’era”. (Tratto dall’agenda personale di Sara Montani, 1996).

Connecting Studio incontra un nuovo artista ed apre le porte di un nuovo studio.
In occasione della mostra Via Noto 15, L’Ascolto della Forma sarà infatti possibile visitare lo studio di Sara Montani, artista e sperimentatrice inesauribile, nota nel contesto artistico e culturale milanese per la sua produttività creativa e per il suo impegno nel mondo della scuola, caparbiamente convinta che l’arte, quale elemento di formazione, debba con forza e volontà, divenire patrimonio delle nuove generazioni.
Indagatrice, inesauribile, creativa. Artista, insegnante, mamma, nonna.
Così conosciamo Sara Montani, mentre ci guida passo passo nel suo studio traboccante di storia.

Con la mostra retrospettiva Via Noto 15, L’Ascolto della Forma, Connecting Studio ha voluto por- re un accento diverso: si è scelto di accostare le opere appartenenti a fasi molto diverse e distanti dell’artista, scardinando il classico succedersi temporale, poiché crediamo che la mera cronologia non sia interessante quanto il riemergere di una costante, di una “nota continua” nel lavoro, di quell’accordo che tiene insieme tutte le variazioni.

L’opera di Sara Montani è vasta, densa, multiforme, e visitare il suo studio ci ha dato la chiave di lettura: tutti i materiali, le opere, sempre diverse e numerose presenti nel laboratorio, fanno percepire un’aura di raccoglimento e intimità.
All’interno di un grande spazio, l’artista raccoglie e trattiene oggetti importanti del suo vissuto, che vivono e rivivono, raccontando nuove storie all’interno delle opere.

Sara Montani, innanzitutto, ascolta.

L’ascolto è azione ricettiva di fronte all’arte e alla vita; è ascolto totalizzante della materia, degli oggetti, della sensazione che ne consegue; è ascolto del sentimento di sé, che la stessa artista comprende mentre crea.
È quindi l’ascolto a rivelare, a suggerire all’artista quale sia la forma adeguata alla data intuizione creativa.

Nella sua espressione molteplice (dalla storia fotografica Per mangiarti meglio degli anni ‘90, all’installazione in resina Presenze assenti, 2012, ai lavori calcografici del ‘97/99 come Fossile. Regole e trasgressioni, no alle installazioni di colonne luminose, Colonna di vita o vita in colonna? ed altre opere di pittura), la forma è profondamente ordinata nella tecnica ponderatamente scelta per ciascun lavoro.

Tuttavia, l’ascolto attivo delle intuizioni, delle opere, degli oggetti non riguarda solo la sfera intima dell’artista, ma, come un dialogo silenzioso, si impone anche al fruitore, che deve ascoltare le opere per poterle guardare e non solo vedere (cfr. Omaggio a Satie, 2010).

Le opere presentate in mostra rappresentano degli spaccati di alcuni momenti significativi del suo percorso artistico dal 1968 ad oggi, con particolare attenzione agli anni 2000, che coincidono con la maturità artistica di Sara Montani. L’evento rappresenta la prima retrospettiva del lavoro di Sara Montani ed è il primo di tre appuntamenti (a settembre e a novembre prossimi).

L’ASCOLTO DELLA FORMA

 di Cecilia Carrara

L’immagine tace.

E tacendo parla.

L’immagine è silenzio visibile.

Silenzio e immagine e parola.

Sara Montani

Le opere presentate nella retrospettiva Via Noto 15, l’ascolto della formaraccontano spaccati di alcuni momenti significativi del percorso artistico di Sara Montani dal 1968 ad oggi, con particolare attenzione agli anni 2000, che coincidono con la maturità artistica.

Nell’allestimento si è volutamente scardinato il succedersi temporale delle opere, tipico della retrospettiva: sono state accostate opere appartenenti a fasi molto diverse e distanti dell’artista, credendo la cruda cronologia meno interessante del riemergere di una costante.

Vengono così alla luce i temi trasversali di tutto il lavoro di Sara Montani, che accompagnano in quella che è anche la vita dell’artista che, come ogni vita, non scorre in linea retta, ma scopre, si ferma, devia, riscopre.

L’intento non si esaurisce nel ripercorrere la produzione dell’artista presentandone i momenti e gli elementi principali; l’ascolto della formaè, soprattutto, il metodo di lavoro di Sara Montani: tutti i suoi lavori, che si tratti di progetti artistici o di natura pedagogica e sociale, nascono nello spazio che l’artista lascia alla materia stessa. Il permettere al caso di entrare nel processo creativo diventa una necessità, e la scoperta del risultato una meraviglia da attendere in trepidante silenzio.

L’ascoltoè ciò che riempie i momenti di attesa in cui la materia è lasciata libera di fare.

Questo spazio che l’artista lascia alla materia, si traduce in un uscire dalla regola, come accade nell’uso che fa della calcografia, tecnica di cui si è avvalsa molto di frequente soprattutto negli ultimi anni, utilizzata come occasione per creare elementi a sé stanti, completi e autonomi, come afferma l’artista stessa.

L’uscire dalla regola non è, per Sara Montani, un ribellarsi a schemi che si credono imposti, o il sintomo di una scarsa fiducia nelle conoscenze tecniche ricevute: per lei, uscire dalla regola, è avere la possibilità di inseguire la meraviglia della scoperta nel risultato finale del lavoro.

La regola serve, sempre, come trampolino di lancio perché ognuno possa far propria la vita.

Con lo stesso approccio Sara Montani ha sempre affrontato il suo lavoro di insegnante e i progetti nel sociale, forte della consapevolezza che lasciare aperta la porta al caso, portato dalle persone con cui di volta in volta si è trovata a collaborare, fosse la possibilità più interessante. 

Allo stesso modo, L’ascolto della forma, chiede al visitatore la stessa apertura e disponibilità, così da potersi immergere davvero nel lavoro di Sara Montani.