Empatie/Contaminazioni

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Prende il via il 13 dicembre 2018 presso la Sala Colonne della Fabbrica del Vapore, con la prima tappa delle esposizioni itineranti, il progetto Empatie/Contaminazioni. Dialoghi tra materia e segno, promosso dall’Associazione Culturale Le Belle Arti - Progetto Artepassante, in collaborazione con il Museo Civico Floriano Bodini e l’Associazione Milanoprintmakers. Sostenuto da Regione Lombardia e patrocinato dal Comune di Milano, il progetto si inserisce a pieno titolo nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale.

Successivamente la mostra verrà ospitata a Pavia, presso i Musei Civici, a Gemonio, presso il Museo Civico Floriano Bodini, e ad Abbiategrasso, presso Palazzo Cittadini Stampa.

Opera di riferimento: MU YU. Il vuoto e il pieno, di Kengiro Azuma.

La vita infinita

Sara Montani

Sara Montani " Vita Infinita" 2018, puntasecca, carborundum e collage su Medium Density (MDF),70x50 cm

“Penso ad Azuma, al suo amare la vita. Penso alla sua opera “MU-141 La vita infinita”. E nel contempo al colore bronzo ramato delle sue sculture.

Presupposti emotivi e schemi rappresentativi sono la fonte di ispirazione per avviare lo studio di un omaggio ad Azuma; analizzo le modalità con cui affrontare e interpretare in modo empatico la sua ricerca, ponendo attenzione alla memoria storica che lui stesso e le sue opere hanno esercitato su di me.

Decido quindi, di avviare un lavoro che riprenda il concetto di infinito, del divenire, del mutamento e del movimento, peculiarità accolte da Azuma perché connaturate all’esistenza dell’uomo e della natura.

Considero perciò alcune mie vecchie matrici al fine di trovare quelle più adeguate ad esprimere questo messaggio. Escludo i metalli e scelgo il legno – mi rimanda alla natura –. Più precisamente individuo quattro matrici in Medium Density (MDF), un materiale neutro, la cui superficie assolutamente liscia, senza alcuna venatura, diviene un supporto adeguato e versatile su cui intervenire con libertà creativa attraverso segni incisi, lacerazioni, carborundum e collage.

Sono matrici dalla forma triangolare, appartenenti a una ricerca degli anni ’90. L’idea mi seduce: dare ancora vita, vita altra, infinita, a queste matrici accantonate da tempo, rielaborandole con nuovi interventi e combinandole tra loro per uno studio compositivo di spazi. Forme e percezioni essenziali: natura e astrazione, triangoli e linee e spazi. “MU YU, vuoto e pieno”. Appunto, “La vita infinita”.

E inizio il lavoro. Forme, tratti incisi, campiture di colore e spazi divengono complementari, rimandando al fondamentale rapporto tra pieni e vuoti del linguaggio del Maestro, mentre un colore bronzo-ramato – la sua scultura - diviene spunto per divagazioni e giochi cromatici.

La linea incisa guida la ricerca, come un filo di Arianna indica il percorso e lega ciò che si vede con ciò che suggerisce e che si nasconde, ciò che bisogna cercare. Le forme triangolari definiscono zone di colore, concedendo aperture ad aree bianche del foglio. Inchiostro e stampo con frenesia una dozzina di fogli, eliminando anche l’uso del registro. “Ritrovare ciò che fa battere il cuore” amava dire Kengiro, ritrovare cioè il contenuto spirituale e l’armonia insiti nella vita e nelle opere, come solo gli opposti, in un andamento di funzionalità reciproca, consentono di rivelare.

Lavoro e medito: il prima e il dopo, il negativo e il positivo, la notte e il giorno, il buio e la luce, il caos e l'ordine, l’ieri e l’oggi, la guerra e la pace, lo spirito e la materia, la morte e la vita..Lo spazio vuoto MU e lo spazio pieno YU”.