Le incisioni sono le arti di intagliare a mano superfici di materiale duro, legno, linoleum, metallo, altro.

Per ricavare e produrre, in genere su carta, esemplari a stampa, variano utilizzando vari tipi di tecniche.

Insonnie del Nero sono calcografie da lastre in legno flessibile dove i segni scrivono secondo linguaggi non seriali. Piuttosto l’intento è quello di vivificare, dato un certo contesto, pezzi, matrici originarie, ciascuna opera con un suo dire proprio, creare unicum irripetibili.

Diversi i formati dei lavori, le opere producono scivolamenti tra colori e segni; macchie informi estemporanee, impalcature dell’immaginazione grafica. Realizzano crossover e rimescolamenti pensando al nero come elemento di rottura-apertura, colore insonne. E’ visto come chi, sonno ribelle, sveglia le sue potenzialità espressive e diventa altro, tinte nuove, altri segni. L’artista lavora con le potenzialità dei possibili, le differenti metamorfosi che si creano a partire da regole inevitabili, quelle delle incisioni.

Le stesse norme implicano infatti margini di imprevedibilità, errori, differenze; i risultati, mai come gli originali, sono finestre su mondi paralleli e altri, anarchie delle chimiche delle materie.

Sono gli interventi, durante le faticose ma anche divertenti fasi di un'incisione, quando l’inchiostro è respinto dalla carta umida e trasudando produce inedite figure. Sono percorsi artistici che si misurano con le variazioni degli elementi, quali essi siano, rigidi e/o flessi: poste certe costanti tecniche è l’anarchia dei contenuti espressi.

Queste  accidentalità sono il fascino, la meraviglia, sono le possibilità di creare qualcosa di non uguale, qualcosa che ha a che fare con la volontà di ma anche con il caso, è l’imprevedibilità del differire.

E’ un fluire che parte dalle idee, coinvolge colori, lastre, mani, sono operazioni insonni in quanto non vegliano un identico ossidato piuttosto sognano e manipolano l’identità delle regole perché esse creino improvvisi e spiazzanti sregolamenti.

Non quindi solo un’arte riproduzione dell’esistente ma anche capacità di rischiare, mettere in crisi, tutto ciò che è possibile.

Tullio Pacifici, 2002