Diario. Appunti /Spunti/Dubbi.  A cura di Giovanna Gatti. Fondazione Ercole Carcano. Mandello del Lario (Lecco). Incisioni, Pittura, Ceramica e un’installazione. Il percorso espositivo è un viaggio a ritroso verso il “riconoscimento” di quelle “tracce incise profondamente in un passato lontano. La cosa più importante è riconoscerle”. Thadeusz Kantor. Con un’azione scenica: “Ripensando le mie impronte: riflessioni in scena” condotta da Giorgio Galimberti voce narrante, Emanuela Milani flauto traverso, Angelo Vigo.

Il fatto creativo e l'arte

La mostra vuole raccontare la personale esperienza di Sara nel mondo dell'arte contemporanea. Lo fa con una mini antologica in cui si ripercorre e analizza il lavoro compiuto negli ultimi quindici anni attraverso il recupero di "impronte", di oggetti e situazioni personali, quali metafora di problematiche sociali, imprigionate in materiali artistici di diversa origine.

Da qui arriva a interrogarsi, attraverso tecniche e forme diversamente elaborate, sul significato  della valenza creativa in ambito formativo. "Ogni bambino è un artista, il problema è come rimanere artisti  da grandi" : è l'affermazione posta all'inizio del catalogo, suggerita da Pablo Picasso, sulla quale  è possibile meditare con la propria opera e con il lavoro dei laboratori creativi per i bambini  in cui si condensa la maieutica della personale esperienza di artista e docente.

Il percorso è un viaggio a ritroso verso il "riconoscimento" di quelle " tracce incise profondamente in un passato lontano. La cosa più importante è riconoscerle".

(Thadeusz Kantor)

A cura di Giovanna Gatti, la presentazione della mostra "Ripensando le mie impronte: riflessioni in scena"  è affidata ad un'azione scenica condotta da Giorgio Galimberti  Voce narrante, Emanuela Milani Flauto traverso, Angelo Vigo Cinque Parole, responsabili, con Sara Montani, dei laboratori  artistici per bambini della Dimensione Creativa della Fondazione Carcano.

DIARIO. APPUNTI/SPUNTI/DUBBI.

I criteri che mi hanno guidato nella selezione delle opere e dei testi per questo documento, hanno corrisposto ad una precisa intenzionalità critica:  la volontà di presentare, coniugati alle immagini, miei pensieri e scritti inediti ma significativi, con uno sguardo obliquo, che, mentre arricchiscono l'itinerario, forniscono una ulteriore chiave di accesso  che spiega contenuti, differenze e specificità.

Dagli anni '90 il mio lavoro si snoda attraverso il recupero, con impronte, di oggetti o situazioni personali che diventano una metafora per raccontare di problematiche sociali.

Mi piace utilizzare linguaggi espressivi differenti per il fascino che ognuno di essi esercita e suscita in me. E anche perché bene si prestano tutti, a dire il valore unico e irripetibile della individualità e della diversità.

Nel maturare del progetto, nelle diverse fasi della sua realizzazione, ho preferito documentare alcune tappe essenziali, puntando alla definizione di un percorso aperto al confronto tra la molteplicità dei linguaggi, delle tecniche espressive e delle poetiche.

L'espressione creativa è un bisogno di ogni essere umano.

Un percorso creativo significa innanzi tutto stabilire un patto d'amore con se stessi, riscoprire la propria e l'altrui preziosità e il valore di ogni istante di vita.

Questa l'idea iniziale.

Si è rivelata una traccia di lavoro appassionante che si è lasciata sedurre da idee curiose ed originali... così, come venivano.

Sara Montani, 2005

20 Aprile 1998, Milano

Un'argomentazione  che da sempre, ma oggi ancor di più, ha avuto la mia attenzione è 'la diversità'.   Meglio potrei dire, l'incontro tra qualsivoglia diversità, come opportunità ulteriore di crescita individuale e, nella relazione, di scoperta di nuovi valori.

Insieme e diversi, sia che si parli di linguaggi, colori o persone. Per questo le tecniche si mescolano, le forme si incontrano e sovrappongono creando rapporti, concatenazioni o legami significanti e mantengono nel contempo l'individualità e la specificità che le caratterizza.

"Nessun uomo è un'isola",  scrisse il poeta John Donne più di tre secoli fa.

 

20 Novembre 2000, Milano

Io/identità/autenticità.

La vita. Essere dentro/fuori/alla finestra...

Abito come metafora/ricerca dell'identità o della costrizione/imposizione dell'identità.

Abito-impronta. Ho fatto diverse incisioni a ceramolle: bavaglino, camicino, cravatta, reggiseno, reggicalze, camicetta: l'impronta lasciata sulla lastra di rame e poi stampata, racconta la sua storia e trasforma l'oggetto in cosa altra.

Tutti gli oggetti usati posseggono lacci e cordoli da annodare.

Ho raccolto le "impronte" e, anche le più sottili, è possibile trasportarle su tutti i  materiali: rame, zinco, carta fotografica e carta per incisione, bronzo.

Ogni oggetto/società lascia il suo segno.

Impronta (verbo)!

Abito. Veste, addobba, offusca, impronta?

Abito l'abito o ne sono abitata?

I bisogni. Seduzione/costrizione.

Pizzo. Essere seducenti come il reggicalze che la pubblicità rimanda?

Ombra. Io o l'ombra? È metafora? Di che? Piena o vuota? Grande o piccola?

Incombente o assente, ombra/contesto? Preziosa e avvincente più della realtà stessa?

O si insinua, tra...

Camicia di forza. Contenitore. Contenzione. E il pensiero divergente?

Camicia di forza/contesto?

Grande! Dove sono io?

Di molte immagini mescolo positivo e negativo al fine di creare un nuovo racconto: utilizzo i fotocontatti e le incisioni. Mi affascina il contrasto: bianco/nero.

Mescolo le carte per dar valore all'incontro delle differenze/opposti e spazio alla creatività che cerca, interviene e gioca.

Ma chi è l'artista?

 

24 Luglio 1999, Milano

" Si vive un'opera d'arte perché essa ci vive: ci interpella interrogando la nostra mente e il nostro cuore; si appella alla conoscenza che noi riusciamo ad avere di essa; chiede alla nostra pelle-sensazione di pensare attraverso essa, lasciando che l'opera si riversi in noi colpendoci. Ci chiede ascolto perché ci ascolta per essere accolta. Il suo contenuto si tramuta in contenitore del nostro ascolto, tramutandosi in accoglimento del nostro viverla".

Loredano Matteo Lorenzetti ("Psicologia, estetica, narrazione", FrancoAngeli, Milano 1997)